numero 14
26 luglio 2010
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Se si cerca il termine Radice sul vocabolario si ottiene in senso figurativo:
origine, causa o anche inizio, prima manifestazione di un fatto, una situazione, un periodo, uno stato d’animo.
Convinti come siamo che la nostra storia, le origini, caratterizzano ciò che siamo adesso, in questa sezione verranno di volta in volta ricordati gli antesignani della anestesia-rianimazione siciliana, in una parola forse troppo grossa, i nostri padri fondatori.


 
L'uomo che vedeva il futuro:
in memoria del Dott. G.Mirto (30/09/1920 - 10/02/2003)

Ho conosciuto il dr. Giuseppe Mirto 25 anni fa circa ad un convegno sulla Chirurgia Toracica. Dopo il congresso, seduti allo stesso tavolo, restammo a chiaccherare per alcune ore tra un pasto e l'altro. La netta impressione che traspariva dalle sue parole, oltre alla profonda conoscenza dei problemi legati alla nostra specialità, era la sua capacità di guardare oltre, di vedere "il futuro", con un uso di macchine sempre più sofisticate e di terapie la cui conoscenza avrebbe richiesto un sempre maggiore approfondimento e formazione. Non ultimo il richiamo lo ricordo benissimo ad un futuro anestesista rianimatore "robotizzato", più esecutore di protocolli e terapie che applicatore dell'"ars medica" come lui la chiamava, del soffermarsi sull'ascolto dei pazienti, sul diritto di informarli e di farli partecipi della cura.
Seguii successivamente alcune sue lezioni, e la mia convinzione che avesse il dono di vedere l'evolversi della nostra branca negli annii a venire si rafforzò ancor di più, specie se guardo a quei ricordi con gli occhi dell'oggi.
Non lo rividi più per anni, venni a sapere della sua morte dopo che questa avvenne e per puro caso e solo di recente ho conosciuto i suoi familiari che mi hanno fatto avere copia dei suoi primi lavori. Ne ho scelto tre tra i tanti, dalla lettura dei quali traspare come già 50 anni fa il prof. Mirto dibattesse argomenti di rianimazione, alcuni dei quali sono ancora al centro di molte problematiche odierne.
Definirlo un pioniere della anestesia Palermitana è solo riconoscerne il merito.

Salvatore Vasta
 

Breve Biografia:
Laureatosi nel Luglio del 1945, si specializza in Tisiologia presso l'università di Palermo lavorando presso i sanatori delle città di Palermo Montecatone e Bologna dove alto era il numero di reduci e di ex prigionieri dei campi di concentramento affetti da Tubercolosi.
Nel 1951 viene istituita nel sanatorio di Bologna la Sala Operatoria di Chirurgia Toracica e nel 1952 iniziano gli interventi di chirurgia toracica a cielo aperto. Qui conosce il prof. Carlo Cetrullo, uno dei padri fondatori dell'Anestesia Italiana, che si era specializzato in anestesia a Londra e che usava per gli interventi dove era necessaria l'esclusione di uno dei due polmoni il tubo di Carlens, di recente invenzione.
Mirto ne fu allievo e si appassionò talmente alla branca ed al suo maestro che nel 1955 si specializzò in Anestesiologia presso l'università di Padova, specialità ai suoi primi passi allora. Trasferitosi dal Sanatorio di Bologna a quello di Palermo "G.F. Ingrassia", come anestesista, ma non essendoci ancora chirurghi toracici, e non potendo mettere a frutto le sue conoscenze, vinto un concorso di anestesia presso il Niguarda si trasferì a Milano dove lavorò nei primi mesi del 56. Intanto a Palermo si era cominciata ad organizzare la chirurgia toracica con chirurghi provenienti da Roma e Milano che operavano settimanalmente. A quel punto il dr. Mirto tornò a Palermo ed iniziò la sua attività di anestesista di Chirurgia Toracica alla fine del 1956. Allora le cliniche e ospedali palermitani non avevano ancora apparecchi di anestesia, così comprò un apparecchio "manuale" portatile. Era una piattaforma quadrata di cm 50 su rotelle. A 4 supporti erano agganciate 4 bombole: una di ciclopropano, una di ossigeno, una di protossito d’azoto, una grigia di aria compressa. Con questo apparecchio andò nelle diverse Cliniche sino a quando non cominciarono a rifornirsi di apparecchi di anestesia. Nella Fiat 600 che allora possedeva, fece in modo che, togliendo il sedile anteriore, l’apparecchio fosse fissato con dei ganci così da poterlo trasportare sino a Messina, dove andava 2 volte al mese a fare Chirurgia Toracica.
Lavorò come anestesista e successivamente come responsabile del reparto di anestesia presso il centro regionale di chirurgia Toracica dell'allora ospedale sanatoriale "G.F. Ingrassia", sino alla pensione. Nel 1990 divenne direttore Sanitario di una casa di cura privata la "Clinica Lara" di Palermo.
Muore nel Febbraio del 2003

 
 
  • Sull'Ossigenoterapia


  • G. Mirto, R. Giallombardo
    Rivista di patologia e clinica della Tubercolosi- anno xxx-1957-Bologna


    "Tutte le volte che l'apporto di 02 nel nostro organismo, per una qualsivoglia ragione, sia insufficiente, vengono a crearsi i presupposti per la istituzione di quella pratica terapeutica che va sotto il nome di « Ossigenoterapia ».
    Le asfissie, le emorragie, le anemie gravi, le dispnee, i collassi circolatori, le cardiopatie, gli stati di shock, gli avvelenamenti, le polmoniti, le embolie polmonari ecc. sono tutti stati capaci di determinare anossia sia essa del tipo anossìco, anemico, stagnante o istotossico."

  • Principi di Rianimazione Biologica post-operatoria


  • G. Mirto, L. Speciale, N. Petrina
    Archivio Siciliano di Medicina e Chirurgia, Volume II- N. 6 bis - Nov.Dic. 1961


    In tema di assistenza al malato chirurgico, ormai da lunghi anni, l'orientamento terapeutico è stato indirizzato verso la ricerca di un mantenimento stabile dell'equilibrio biologico dell'organismo sottoposto allo insulto operatorio. Questo equilibrio, per unanime ed accertato consenso dei molti AA., che si sono interessati all'argomento, viene ricercato nel normale andamento dell'azione cerebrale, cardio-vascolare, miocardica, siero-ematica, epatica, renale, surrenalica, ecc. ecc. azione normale ed equilibrio, che vengono sintetizzati nella ben nota espressione: « la normale omeostasi organica »

  • La metodica rianimatoria nella chirurgia polmonare a lume di 10 anni di esperienza


  • G. Mirto
    "La Chirurgia Toracica" Anno XV, Fasc. 1, Feb. 1962. Edizioni "La Chirurgia Toracica" Milano


    "La rianimazione e l'assistenza postoperatoria immediata dell'operato di chirurgia toracopolmonare assumono aspetti di particolare importanza, in quanto non solo comportano la prevenzione e la correzione dei danni legati a quegli inevitabili deficit conseguenti alla sede stessa dell'intervento chirurgico, ma anche perchè richiedono contemporaneamente l'impiego delle tecniche e dei mezzi opportuni per ristabilire, nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi, le condizioni funzionali ottimali del polmone stesso sul quale si è operato, e per consentire al paziente di superare, rapidamente e con successo, quella che è chiamata RR la malattia postoperatoria »

 
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