Album prettamente acustico di questo eccentrico personaggio che ha vissuto parte della sua giovinezza in Venezuela per poi trasferirsi negli States dove ha intrapreso con buona convinzione la sua carriera. Chitarre acustiche a volontà, coretti in falsetto mai scontato... ne risulta una amalgama Blues/Mex/Tex alternato ad echi anni '60, un figlio dei fiori nato in una diversa epoca.
Ascoltando "little yellow spider" sembra quasi di ascoltare un pezzo uscito dalla penna di Donovan. La melodia veloce ed agile di "At the Hop" ti entra subito dentro, "sister" senbra rieccheggiare ciolonne sonore di film western mai girati.
Bello, strano, fuori dagli stereotipi attuali, senza traccia di elettronica o tastiere. Al massimo compare uno xilofono, che sembra più il giocattolo di un bambino.
Ugo Sottile
Discography
* The Charles C. Leary (Hinah, 2002)
* Oh Me Oh My... The Way the Day Goes By the Sun Is Setting Dogs Are Dreaming Lovesongs of the Christmas Spirit (Young God, 2002)
* The Black Babies (UK EP) (Young God, 2003)
* Rejoicing in the Hands (Young God, 2004) FRA#157
* Niño Rojo (Young God, 2004) FRA#166
* Cripple Crow (XL Recordings 2005) FRA#42
* Devendra Banhart/Jana Hunter (split with Jana Hunter, Troubleman Unlimited #153, LP, 2005)
[edit] Trivia
* He collaborated with Yoko Ono on her second "Water Piece" project
* While born in Texas, Banhart was raised in Venezuela.
* He contributed to the UNICEF benefit song, "Do They Know It's Hallowe'en?" in 2005.
* Was also the first artist to contribute a design for the Yellow Bird Project.
* He appeared on the television show Wonder Showzen, singing an anti-war song.
* He played both nights of Neil Young's Bridge School Benefit concert in 2006 and while there temporarily called his band "The Bridge".
* He attended the San Francisco Art Institute.
per maggiori approfondimenti: http://en.wikipedia.org/wiki/Devendra_Banhart
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Album prettamente acustico di questo eccentrico personaggio che ha vissuto parte della sua giovinezza in Venezuela per poi trasferirsi negli States dove ha intrapreso con buona convinzione la sua carriera. Chitarre acustiche a volontà, coretti in falsetto mai scontato... ne risulta una amalgama Blues/Mex/Tex alternato ad echi anni '60, un figlio dei fiori nato in una diversa epoca.
Ascoltando "little yellow spider" sembra quasi di ascoltare un pezzo uscito dalla penna di Donovan. La melodia veloce ed agile di "At the Hop" ti entra subito dentro, "sister" senbra rieccheggiare ciolonne sonore di film western mai girati.
Bello, strano, fuori dagli stereotipi attuali, senza traccia di elettronica o tastiere. Al massimo compare uno xilofono, che sembra più il giocattolo di un bambino.
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