L’autunno si era ormai annunciato da qualche settimana con i suoi colori particolari: foglie gialle sugli alberi, il primo freddo e giorni di pioggia accompagnati ormai quotidianamente da temporali quasi equatoriali. Pioveva a dirotto quel giorno. Papà Nasser mi aveva chiesto una visita domiciliare per sua figlia Hergere che vomitava da un giorno ed aveva febbre alta. - A che ora viene dottoressa?- - Quando ho tempo, comunque prima di sera - gli risposi frettolosamente e forse non molto educatamente. Alle 12,30 comunque ero a casa sua. Un odore intenso, di spezie africane inondava la casa, il vapore del cibo che bolliva nella pentola aveva appannato tutti i vetri. Mi tolsi il cappotto. Il tepore della cucina mi accolse insieme al sorriso aperto e riconoscente di Nasser. La bambina era sdraiata sul divano: il viso pallido, un po’ sofferente. La tazza del tè appoggiata sul tavolo, lì vicino. -Dato da bere a piccoli sorsi, come hai suggerito - mi assicurò la mamma. Visitai la bambina, mi sorrideva, giocava con i giochi che le avevo messo tra le mani. Assicurai i genitori: era soltanto una gastroenterite virale. Un giorno di dieta liquida e leggera, una soluzione di sali minerali e la nostra Hergere sarebbe stata decisamente meglio. Stavo per rimettermi il cappotto quando Nasser mi invitò a sedermi a tavola. Aveva cucinato il Kus Kus per me. - Una volta mi hai detto che ti piace tanto. - Alle 13 devo essere in ambulatorio - mormorai imbarazzata, cercando di rifiutare l’invito. - Non ci vorrà molto, sono le 12.40 e c’è tempo. Accettai con un sorriso. Mi fece accomodare sul tavolo in cucina. La moglie aveva apparecchiato con cura solo per me. - E voi? - - Noi mangiamo dopo, ora facciamo compagnia a te - mi dissero sedendosi al tavolo con me. Era veramente squisito e francamente quel Kus Kus stava ristorando non solo il mio corpo, ma soprattutto il mio cuore. Al termine del pranzo mi offrirono un’arancia sbucciata a forma di fiore. Completai il pranzo e poi li salutai commossa. Tutto velocemente, in venti minuti, ma quanto bastava. La primavera era ritornata a rifiorire dentro di me, anche se fuori continuava a diluviare.
Riflessione: Per tutti i momenti in cui mi sento orfana nella mia giornata, per tutti gli sputi invisibili di molti, la riconoscenza e la semplicità di Nasser e di sua moglie è qualcosa che nessuna somma in denaro potrebbe mai uguagliare.
Trilly
Racconto e Foto da nottidiguardia.it
L’anonimato dell’autore è regola non negoziabile al permesso di pubblicazione, da noi richiesto.
Le informazioni riportate su questo sito sono rivolte a anestesisti, rianimatori, intensivisti, medici, nurse, personale sanitario studenti psicologi psicoanalisti e internauti appassionati della materia; hanno unicamente finalità educative e divulgative, non intendono incoraggiare l'autodiagnosi o l'automedicazione, e non possono in alcun modo sostituire il parere del Medico di Fiducia. L'utente non deve pertanto utilizzare le informazioni ricevute per diagnosticare o curare un problema di salute o una malattia, senza prima aver consultato il proprio medico curante. L'informazione medica presente nel sito, in breve, serve a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente.