Robert Louis Stevenson, grande scrittore dall’esistenza travagliata, esperto del bene e del male, senza retorica e lontano dalle logiche dei falsi moralismi, un anno prima della sua morte, scrisse un sermone di Natale per gli abitanti delle isole Samoa che lo avevano ribattezzato Tusitala, narratore di belle storie. Stevenson visse gli ultimi anni della sua vita nell’arcipelago del Pacifico per motivi di salute, nonostante i consigli alla prudenza nella scelta della destinazione, si decise a lasciare la sua umida Scozia per un clima di sole e mare. Autore di letteratura a torto considerata solo “per ragazzi”, con “L’isola del tesoro” e “La freccia nera”, in tutti i suoi romanzi e racconti affronta il tema del Male e delle scelte morali, uno fra tutti “Lo strano caso del Dottor Jekill e Mr. Hyde”. Il mondo è un campo dove il bene e il male crescono e si intrecciano tra le spighe di grano buono: in ogni uomo si compie un’eterna battaglia e ogni (pre)giudizio moralistico come risposta al problema è destinato a fallire. Questo è il nucleo centrale del suo sermone:
“C'è un'idea che circola tra i moralisti, e cioè che si debba rendere buono il prossimo. Debbo rendere buona una sola persona: me stesso. Mentre il mio dovere verso il prossimo si esprime più efficacemente dicendo che debbo, per quanto posso, renderlo felice”.
Un’esortazione alla felicità e alla bontà, ma anche alla pazienza:
“Ma il compito davanti a noi, cioè quello di sopportare la nostra esistenza, richiede una finezza microscopica, e l’eroismo necessario è quello della pazienza. Il nodo gordiano della vita non può essere risolto con un taglio: ogni intrico va sciolto sorridendo.”
Rinnova in noi il senso della gioia, è l’ultimo verso delle quattordici preghiere, che accompagnano il sermone, semplici e intense, che possono essere dette in qualsiasi momento, di speranza o abbandono. E che possono essere considerate vere e proprie poesie: per la riuscita e per la grazia, alla mattina e alla sera, in tempo di pioggia e prima di una separazione temporanea, per gli amici e per la famiglia, per l’oblio di sé, sono tutti titoli che evidenziano la fragilità umana e la paura dell’uomo di fronte alle difficoltà esistenziali.
“Se davanti a noi si profila un compito penoso
rafforzaci col dono del coraggio
se un qualche atto di misericordia
insegnaci la tenerezza e la pazienza”
(da: In tempo di pioggia)
La richiesta continua è quella della forza e del coraggio per affrontare il dolore, la tenerezza e la pazienza, perché l’uomo “ha nervi troppo sensibili al dolore e ne viene afflitto, per questo deve approfittare con gioia della felicità quando capita. E non ha bisogno di sapere come e perché ma, in un modo o nell’altro, deve cercare di dare felicità agli altri”. Questa è Alla mattina:
Di nuovo è giorno, e si rimette in moto
la giostra di seccature e compiti che danno ai nervi.
Aiutaci a comportarci come uomini
aiutaci a sbrigare ogni faccenda ridendo, con volto sereno
lascia che abbondi buonumore assieme a laboriosità.
Fa’ che badiamo ai nostri affari quotidiani
con quanta più gioia è possibile
accompagnaci verso il letto del riposo
stanchi e soddisfatti ma non disonorati
e infine accordaci il sonno come ultimo dono.
In ogni caso, il Natale, come scrive Stevenson, al di là delle sue tante implicazioni, religiose e domestiche, non è soltanto un appuntamento con la propria coscienza, un momento nel quale l’uomo s’interroga su come abbia vissuto e operato nel corso dell’anno, il Natale suggerisce pensieri di gioia. Nel pieno freddo dell’inverno, quando la vita procede più lenta e ci si accorge dell’assenza di molti, secondo lo scrittore è quasi un bene che l’uomo sia portato a indossare una “maschera sorridente”. La gentilezza e l’allegria: ecco due cose che vengono prima di ogni moralità.
è pur vero che il Natale non è per tutti, come diceva il verso di una poesia, è così difficile talvolta sentire la gioia. Così scriveva Ungaretti:
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
(Natale)
Il poeta sembra essere refrattario al clima invitante del Natale, resta lontano dalla città e dai suoi gomitoli di strade, preferisce scegliere la dimensione protetta del suo focolare in un luogo che è distanza, in un tempo che è tregua. Bisogno di fermarsi, un tempo d’immobilità necessaria, non malinconica, una pausa, una sospensione delle attività. Un raccoglimento che sottragga alla possibilità di essere esposti alle circostanze, ma “nessuno può pacificare la propria coscienza; se quel che desidera è la propria quiete, allora farebbe meglio a lasciar perire quell’organo nel disuso”, scrive ancora Stevenson nel suo sermone.
Trovare la giusta distanza “è un amichevole processo di distacco”, che rende possibile “sfogliare il registro della propria e altrui debolezza”, e permettere che nei “vasti disegni entro i quali ciecamente ci affatichiamo, riusciamo a essere costanti con noi stessi e con coloro che amiamo”.
Per gli amici
[…]
è la sola cosa che ti chiediamo: infondici la forza
di resistere anche ai minimi guai, senza essere scossi,
e di accettare la morte, la perdita e la delusione
come fossero fili di paglia sulla corrente della vita.
Testi citati e consultati
-Stevenson R. L., Quattordici preghiere scritte a Vailima e Un sermone di Natale; Millelire Stampa Alternativa, Roma 1992
-Ungaretti G., Vita d’un uomo. Tutte le poesie; Mondadori, Milano 2003
-http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/17/caro-stevenson-firmato-cederna.html
A.N. Cracchiolo, D.M. Palma (Responsabile U.T.I), Dicembre 2012
Anestesia e Rianimazione Polivalente II “G. Trombino”
Azienda Ospedaliera Nazionale di Rilievo ad Alta Specializzazione AORNAS Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli - Palermo
Dr. Vetrano Gaspare
Dirigente Medico U.O. II Anestesia e Rianimazione ARNAS Civico Palermo
Responsabile dell’ organizzazione anestesiologica delle Sale Operatorie
già Responsabile del Settore di Cardioanestesia e TIPCCH Arnas Civico Palermo
Dott.ssa Lazzaro Gaetana
Dirigente Medico U.O. II Anestesia e Rianimazione ARNAS Civico Palermo
Novembre 2012
Fonti & Ringraziamenti
Sul Blog i Contenuti del Numero 23
Un Nostro Grazie a:
In Cover:
-Dr. Giuseppe Sammartano
In Focus:
-dr. Gaetano Trabucco
-dr. Angelo Napoli
-dott.ssa. Valeria Gonfalonieri
In Racconti a Margine:
-al Dr. Psicoapolide
per il suo racconto
In Out of Border:
-A Emilia Maggiordomo e
Laura Costa
per la Sezione Dedicata
alla Poesia
di cui sono le Curatrici
In Student Corner
-dott.ssa Tania Lazzaro
-dr. Gaspare Vetrano
In Graffiti:
-A Nuccia Cammara
per le sue Immagini
e Vito Petruzzellis
per il Commento
A L'ASP di Palermo
per Il Permesso alla Pubblicazione
concesso agli autori.
In Nurse Science:
-Elsa Labelli
-Laura Bertossi
-Cristiano Cortello
da Scenario (Aniarti)
Ai nostri infaticabili:
-Ugo Sottile
per la Musica,
-Andrea Cracchiolo
e Daniela Palma
per Student Corner
-i Nurses Educator
Ismett di Palermo
per la rubrica Nurse Science,
da loro curata.
-Ad Antonio Corrado
per la sua vignetta.
Fonti Numero 23, Dicembre 2012:
Si ringraziano altresì:
-La rivista “Trapianti”
-La SIPE
(Società Italiana Psicologia Emergenza)
-Ricerca & Pratica
-Il Pensiero Scientifico Editore
-La Fondazione
Giancarlo Quarta ONLUS
-L’ISTAT
-ISS
-SIMIT
-La rivista Scenario e L'Aniarti
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia
PI-ME
Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
-Quotidiano di Sicilia
-Intensive Care Med 2004 Ed. Italiana
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence www.evidence.it
Aggiornato al: 20 Dicembre 2012