"Io sono un occhio. Un occhio meccanico
e sono in costante movimento!"
- Dziga Vertov -
L'uomo con la macchina da presa (Человек с киноаппаратом, Chelovek skino apparatom) è un film del 1929, diretto dal regista sovietico Dziga Vertov. Un film muto fortemente d’avanguardia che per essere compreso deve essere contestualizzato nel periodo storico in cui venne realizzato, a più di dieci anni dalla nascita della Unione Sovietica fondata nel ‘17 dalla Rivoluzione di Ottobre.
Il film è forse il compimento massimo (e finale) del movimento kinoglaz (cineocchio), nato negli anni venti per iniziativa di Vertov e propugnatore della superiorità del documentario sul cinema di finzione che, in sostanza, deve essere bandito perché inadatto a formare una società collettivista e risulta essere un'opera tecnicamente all'avanguardia che ancora oggi colpisce per originalità e vivacità.
Trama
La giornata, dall'alba al tramonto, di un cineoperatore che riprende per lo più scene di vita quotidiana per le strade di Odessa, e che ci mostra anche la sua arditezza alla ricerca di inquadrature a sensazione. Il film si apre con il totale di una sala cinematografica che da vuota si riempie in un attimo. La stessa sala si rivedrà in chiusura del film dopo una sequenza nella quale la macchina da presa ha cominciato a muoversi da sola sul treppiedi, senza operatore, e prima di vedere la facciata del Teatro Bolshoi frantumarsi grazie ad un effetto ottico.
Questo film segnerà l'apice della carriera di Vertov, incapace in seguito, pur dando vita a documentari di grande valore, di ritrovare quella vena dirompente, sagace e moderna che caratterizza “L'uomo con la macchina da presa”. Dopo un parziale oblìo, oggi quest'opera è riconosciuta come un caposaldo della cinematografia mondiale. E questo lo si deve alle capacità tecniche artistiche di Vertov e di suo fratello, Mikhail Kaufman, operatore nonché protagonista del film, ma soprattutto all'originalità del soggetto.
Il film, in quanto muto non aveva colonna sonora. Dagli anni trenta ad oggi vi sono state apposte svariate musiche tra le quali ricordiamo quelle composte da Pierre Henry, dalla Alloy Orchestra, da Michael Nyman nel 2001 e dalla The Cinematic Orchestra nel 2003. Noi vi proponiamo in visione quest’ultima versione del film di Vertov
Significato
L'ingresso, nell'universo composito di questo film del 1929, rivela, da subito la complessità del lavoro di Dziga Vertov, lo sperimentatore del cineocchio, il demiurgo che guarda se stesso guardare.
Una giornata con la macchina da presa in spalla, per una Mosca metropolitana, per dimostrare una realtà che non sia illusione, nel rifiuto dell'arte come espressione massima dell'illusione. La dimostrazione del teorema porta Vertov a costruire un film che è espressione di una imprevedibile forza anticipatrice il cui esito finale non appare inficiato dalla sua diretta derivazione teorica dalla quale è anche ispirato. Vertov utilizza metodologie tecniche che solo molti anni dopo avrebbero trovato, con crescente regolarità posto nel cinema. Sovrimpressioni e dissolvenze incrociate, split screen, ralenti e accelerazioni fanno parte della struttura fondante del film in quanto ad esso profondamente connaturate, sue parti costitutive, in un crescendo armonicamente concepito per quella finale forma sinfonica che ha spinto di recente la realizzazione di versioni musicate alcune di dubbio effetto.
«Le trame dei film sono l'oppio del popolo. Viva la vita com'è!» scriveva Džiga Vertov negli anni in cui i fermenti rivoluzionari spingevano gli artisti alla ricerca di una forme espressive idonee per una cultura rivoluzionaria, capaci di comunicare la coscienza rivoluzionaria. Per perseguire questa strada erano necessarie, e sia detto per ciascuna arte, nuove forme espressive non contaminate dal passato borghese e dalla sua arte.
In adesione a questa linea di pensiero nasce e prende forma la struttura teorica di Vertov che è un convinto assertore della superiorità del documentario sul film a soggetto e che da semplice montatore dei cinegiornali, proprio con questi materiali realizzò i Kino-Pravda (cine-verità) che sono i suoi primi lavori, ebbe modo di lasciare una ricca eredità al cinema attraverso i suoi lavori di cui questo costituisce sicuramente l'apice. Il suo Kino - glaz (cine - occhio) era la nuova forma del cinema. Attraverso questa teorizzazione estetica Vertov si opponeva a qualsiasi forma di tirannia e qui risiede la forte carica eversiva. Il suo voleva essere e lo è stato nella misura in cui è stato realizzato, un cinema assoluto e L'uomo con la macchina da presa, proprio come recita la didascalia iniziale, aveva come fine la creazione di un linguaggio cinematografico assoluto e autonomo rispetto a quello della letteratura e del teatro.
Si trattava di teorie difficili da fare comprendere in un'epoca di rigido controllo delle arti e così la conseguenza fu l'emarginazione di Vertov e il contemporaneo trionfo delle forme del realismo socialista.
L'uomo con la macchina da presa esprime così l'onnipotenza del mezzo e quella del suo autore, in una sorta di eccitazione visiva che, pur nel crescente entusiasmo che crea, mantiene sempre la lucidità del sostrato teorico dal quale nasce, restando esemplare nell'affermare, in linea con quelle teorie, la superiorità del cine-occhio rispetto al cinema narrativo, in anticipazione del cinema futuro.
Attraverso la Galleria di Fotogrammi del film e Guardando la grafica dei manifesti del tempo potete rendervi conto come pur essendo stato girato nel ‘29, il film mantiene una sua intrinseca modernità che gli ha aperto le porte di migliaia di mostre in tutto il mondo. Buona Visione
Fonti:
http://www.sentieriselvaggi.it/articolo.asp?sez0=1&sez1=133&art=14331
http://www.filmreference.com/Films-Ca-Chr/Chelovek-S-Kinoapparatom.html
http://cinemasights.wordpress.com/2009/08/27/man-with-a-movie-camera-1929/
http://epitomeofhipster.blogspot.com/2010/12/pierre-henry-lhomme-la-camera.html
http://www.ebertfest.com/twelve/manwithamoviecamera.html
http://it.wikipedia.org/wiki/L%27uomo_con_la_macchina_da_presa
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Aggiornato al: 12 Dicembre 2011
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Case reports - Le Infezioni in Medicina, n. 2, 124-126, 2010
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Centro Medicina Subacquea ed Iperbarica
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Medicina Subacquea e Iperbarica
N. 1 - Marzo 2010 - 20
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Recensione sul Film
“L'uomo con la macchina da presa”
di Dziga Vertov
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Nurse Science, che curano
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Timeoutintensiva i.Change
Openproject
Fonti Numero 19, Dicembre 2011:
Si ringraziano altresì:
Il Ministero della Salute
e
L’ISS
La SINPE ed Il Suo Presidente
La SIAARTI
http://www.siaarti.it/
IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia
PI-ME, Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
Le Infezioni in Medicina
http://www.infezmed.it/
MenuIniziale.aspx
La Rivista Scenario
della Aniarti
il Sito nottidiguardia.it
la Rivista
Educazione Democratica
Intensive care
Edizione Italiana
La Fondazione
Giancarlo Quarta (www.ucare.it)
Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
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