Mi verrebbe da iniziare con "sono...e faccio..." ma improvvisamente non mi sembra importante specificarlo. Essendomi fratturata una vertebra durante le vacanze di natale, ho molto tempo libero per leggere e riflettere. Rileggendo le testimonianze di chi in terapia intensiva ha dovuto confrontarsi con il dolore, lo smarrimento, la paura e altre svariate emozioni e sentimenti, mi sono chiesta se l'imperativo "primum non nocere " non debba essere la prima regola da seguire per chi in terapia intensiva ci lavora. Se è vero che purtroppo non sempre possiamo fare "grandi cose" per i nostri pazienti sul piano della guarigione, della riabilitazione, della restituzione ad una vita di buona qualità, almeno non creiamo sofferenze inutili e soprattutto evitabili sul piano psicologico a quanti sono stati trascinati nell' incubo dell' incertezza vita-morte-disabilità. Con quale responsabilità morale possiamo negare ad una persona il diritto a stare "un po' meno male", a sentirsi meno in balia della sorte fuori da quelle terribili e crudeli porte chiuse? Oppure il diritto ad accettare, con la rassegnazione che solo una corretta e costante informazione può favorire, la perdita imminente o possibile di una persona amata?
Aperti siamo tutti noi - oss, infermieri, caposala, medici, visitatori- quando ci chiediamo con onestà intellettuale e morale che cosa possiamo fare per chi ci rivolge una richiesta di aiuto. Richiesta di cura, di "fare tutto il possibile" ma anche di non accanirci su un percorso doloroso e inutile; richiesta di stare "dentro con lui"; richiesta di lasciarci lavorare senza farci continue domande "perché proprio adesso non posso ma sicuramente le risponderò non appena avrò finito"; richiesta di non domandarci di essere infallibili. Tutto questo e molto altro ancora caratterizza l'apertura di una terapia intensiva: un flusso bi-direzionale di umanità, di comprensione, di rispetto. Siamo pronti per tutto questo? Secondo me sì, pur con i nostri timori e le nostre incertezze siamo pronti ad essere 'professionisti empatici', cioè persone che lavorano con competenza tecnico-scientifica ma con un lungo sguardo all'altro, alle sue reali necessità.
Quando ci "guarderemo dentro" alla sera ci piaceremo sicuramente di più e impareremo a sorridere delle nostre ansie di essere osservati, disturbati, giudicati. Siamo sicuri che il giudizio di chi ci osserva lavorare sia poi così severo, così inclemente?
Ricordiamoci: primum non nocere, anche a noi stessi, e il privarci della nostra umanità può essere il maggiore danno che possiamo farci da soli.
sally calva
da: Ospedaleaperto.com
G.Paternoster
Terapia Intensiva e Anestesia Cardiovascolare
Ospedale San Carlo Potenza
CARACT
2010 Pisa 17-19 Novembre
Bernardi L., Mazzon D., Bernard M. Et Alii
Evidence 2012; 4(3):e1000009
Numero (quasi) Interamente Dedicato alle T.I. Aperte.
Sul Blog i Contenuti particolareggiati
del Numero 22
Un Nostro Grazie a:
In Focus:
-dr. Alberto Giannini
-dott.sse Clara Suppa e Carlotta Montinaro
-dr. Sergio Li Vigni
per i loro articoli
In Racconti a Margine:
-Prof. Lucetta Fontanella e Alessandro Vitale-Brovarone
-“Il Guardiano”
-dott.ssa Sally Calva
per i loro racconti
In Out of Border:
-A Emilia Maggiordomo e
Laura Costa
per la Sezione Dedicata
alla Poesia
di cui sono le Curatrici
In Technè
-dott.ssa Daniela Moggi
-dr. Lucio Sarno
In Graffiti:
-A Kjeti Karlsen
per le sue Fotografie
Ai nostri infaticabili:
-Ugo Sottile per la Musica,
-Andrea Cracchiolo e Daniela Palma
per Student Corner
-i Nurses Educator Ismett di Palermo
per la rubrica Nurse Science,
da loro curata.
-Ad Antonio Corrado
per la sua vignetta.
Fonti Numero 22 Ottobre 2012:
Si ringraziano altresì:
-Ospedaleaperto.com
-Assessorato Salute Reg.
Emilia Romagna
-La Rivista Janus
-Scenario/Aniarti
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia PI-ME,
Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
- Nottidiguardia.it
-Sole 24 Ore Salute
-www.regione.Toscana.it
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence
www.evidence.it
Aggiornato al: 16 Ottobre 2012