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Racconti a margine

Tutto In Una Stanza

31/05/2011  
di Antonella Barbierato

Infermiera Profesionale presso la TI Cardiochirurgica dell’Ospedale di Alessandria

“Testa o piedi?”

E disteso su quel lettino verde, accompagnato da quei visi ormai stanchi, “tu”, un “cuore violato” che per qualcuno è un “tu”: unico, caro… tutto.

Adesso sei solo un nome, un volto, un “caso”: “valvola o by-pass”?

“Testa o piedi?”: e da questo momento, con questo grido, chi ha spinto il lettino con il suo carico, con un “tu”, consegna la tua vita, il tuo cuore violato, nelle mani di un’infermiera dal volto stanco.

La tua storia si mescola alla storia di tutti i “cuori violati” presenti nella stanza della terapia intensiva, si mescola alla storia di un’infermiera dal volto stanco che ti osserva, ti scruta, ti accompagna nel tuo sforzo di tornare alla luce.

Ogni “testa o piedi?” è, per l’infermiera dal volto stanco, l’urlo di un “tu” che vuole ritornare ad essere, di un “cuore violato” che vuole esistere ancora.

Entrando nella stanza di terapia intensiva cardiochirurgica, si percepisce la potenza della scienza, la potenza dell’uomo, che ha reso possibile la costruzione di questi strumenti così precisi, così indispensabili, così utili a recuperare il tuo cuore: una stanza dove tutto avviene nel momento esatto in cui deve avvenire, dove scorrono cifre, curve, immagini, dove ogni suono ha un significato preciso.

La stanza del tuo ritorno alla luce.

L’infermiera dal volto stanco guarda i tuoi numeri scorrere sul monitor, ascolta i tuoi suoni che, tradotti dalle macchine, dicono che ci sei ancora… che ci sei già: sei ancora lo stesso “tu” quando riapri gli occhi, o sei un altro “tu”?

Cosa dice il tuo “cuore violato”?

L’infermiera ora grida il tuo nome, lo grida a te! Sei tornato alla luce! Ma questa stanza grande, fredda, luminosa di una luce così buia, dolorosa, senza tempo, sembra guardare il tuo cuore senza ascoltarlo.

Lo sa l’infermiera, lo sa che sentirai di essere ritornato quando lei poserà i suoi occhi stanchi nei tuoi occhi spaventati: non saranno più i numeri, le curve, le immagini, i suoni, ma i tuoi occhi illuminati da un bagliore di fiducia a testimoniare che adesso sei tornato alla luce.

Ed il volto dell’infermiera si illuminerà di un sorriso : la potenza dell’uomo, la scienza, questa stanza così “onnipotente” ha bisogno degli occhi stanchi di un’infermiera, degli occhi spaventati di un “tu” col “cuore violato”… e la vita ritorna. La Rianimazione Cardiochirurgica è una "stanza" particolare... è quel posto ipertecnologico dove riapre gli occhi chi ha vissuto l'esperienza dell'intervento al cuore. Un intervento al cuore non segue lo stesso percorso di qualsiasi altro intervento: il risveglio non può avvenire in Sala operatoria, perché ci sono "tempi" diversi, più dilatati, più rispettosi di questo organo tanto delicato e "unico".

La Rianimazione Cardiochirurgica è anche una "stanza" dove ogni risveglio dopo l'intervento ha un significato profondamente scolpito nel cuore di tutti... quello della persona operata... quello dei parenti che aspettano di sentir dire "l'abbiamo stubato"... il nostro, che ad ogni "tubo" tolto associamo una rinascita!

"Togliere il tubo" ad una persona che è stata da poche ore operata al cuore è un evento "clinico", ma è anche, o, forse, è principalmente un "fatto di relazione": l'infermiera che ha in carico quella persona ha con lei un rapporto di vicinanza assidua sin dal momento in cui è scesa dalla sala operatoria... anzi... dal momento in cui l'infermiere di sala ha gridato nel corridoio di accesso alla rianimazione "testa o piedi", che significa "come entro in Terapia intensiva, con il lettino di testa o di piedi, quale letto occuperà questa persona... quale infermiere starà con lei da ora in poi?".

Gli orari di visita li abbiamo pensati per concentrarci su questa relazione speciale che nasce tra chi dorme per far riposare un cuore "violato" e chi lo sorveglia instancabile e ad un certo punto deciderà che è il momento di riemergere, di "rinascere", perchè lo capisce dai messaggi del corpo e della mente di quella persona lì di cui si sta prendendo cura. É  una relazione esclusiva, delicata, profonda, fatta di conoscenze, di tecniche, ma anche di intuizione, di percezione del mondo dell'altro, quasi come succede tra una mamma ed il suo bimbo appena comparso nel mondo. Gli "altri" esistono, ma sullo sfondo. Esistono però, e partecipano di quell'attesa. Noi cosa facciamo per gli “altri”?

Li accogliamo insieme al loro congiunto che verrà operato, parliamo loro al momento del ricovero, li informiamo su quello che succederà in ogni istante del percorso. Poi c'è qualcuno di noi che esce dalla Terapia Intensiva in momenti diversi a dare notizie... "l'abbiamo sistemato nel letto, ora ha un'infermiera che non lo lascia solo un istante perchè lo accompagnerà al primo respiro. Ci vogliono un pò di ore, ma lei, se sente che la sua ansia è tanto dolorosa, suoni il campanello, le veniamo a dire a che punto siamo". Facciamo così e loro ci dicono "è stato faticoso stare fuori da quella porta, ma voi c'eravate e lo sapevo, e sapevo anche cosa stavate facendo insieme al mio caro, che domani potrò rivedere".

Poi però in una rianimazione così succedono anche altre cose: qualcuno stenta a riemergere e rimane tanti giorni con il tubo.  Queste sono le persone per le quali non riusciamo più a rimanere fedeli a quelle due mezz'ore.

Con loro succedono cose diverse, senza regole fisse... dipende! Diventano parte di noi, sia loro, sia i loro parenti, quelli che vediamo più spesso.

Per esempio, se ci accorgiamo che una moglie, un marito, una figlia, un figlio... hanno voglia di stare lì in pò di più, o in un orario diverso,  ci organizziamo e li facciamo restare. 

Certe volte succede anche che qualcuno non ha familiari che possano restargli vicino, e allora ci capita di parlargli di più, di sorridergli di più, anche di proporre la presenza di volontari che  fanno proprio questo tipo di esperienza, la relazione d'aiuto con le persone che stanno tanto tempo in ospedale, sole.

Altre volte ci capita di accompagnare alla morte chi proprio non ce la fa a risvegliarsi, li accompagnamo noi, ognuno con la propria sensibilità, che comprende anche la decisione di far rimanere i familiari attorno al letto, fino all'ultimo istante, e di chiamare il sacerdote, perchè l'esperienza religiosa delle persone è insondabile.

Chi si sveglia nei "tempi normali" ci  dà delle emozioni simili alla rinascita... chi ci mette di più a svegliarsi ci educa alla sofferenza ed alla bellezza di "esserci nella sofferenza"... chi non ce la fa a risvegliarsi ci aiuta a ricordare che "curare" non è sempre "guarire", ma è sempre "esserci".

 

Antonella Barbierato 

 

 

 

 

Trovate il racconto sul sito http://ospedaleaperto.com

 

Per Gentile Concessione

 

 

 

Aggiornato al: 3 Giugno 2011

 

 

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da Giugno 2009 a giugno 2010

 

Un Nostro Grazie a Lucia Fontanella

e Alessandro Vitale-Brovarone

per “Outcome”  l’articolo che ci 

hanno inviato e che con piacere 

abbiamo pubblicato in Focus

 

 

Ancora Grazie ad Antonella Barbierato

per il racconto Tutto In Una Stanza

da ospedaleaperto.com

 

Grazie ad Emilia Maggiordomo e

Laura Costa per la Recensione

sulla poetica di Joe Bousquet

in Out of Border

 

Grazie ai Colleghi della IIa Anestesia 

e Rianimazione 

AORNAS Ospedale Civico

Palermo che ci collaborano

 

Grazie al Dr. Giorgio Fabbri, 

Direttore della Neurorianimazione

AORNAS Ospedale Civico Palermo

Unica Rianimazione Siciliana 

da anni Aperta ai Familiari h 24, 

che mi ha permesso di citarlo nel 

mio Editoriale sulle T.I. Aperte 

in Focus 

 

Grazie al dr. Ugo Sottile che ci ha in 

questi anni collaborato per

le Recensioni Musicali 

 

Un Particolare Ringraziamento

a tutti gli amici, professionisti ed 

Editori che in questi 5 anni ci hanno 

collaborato e sostenuto

 

Infine un GRAZIE di Cuore 

a Tutti i Curatori Editoriali della

Rivista Timeoutintensiva

per l’Affezione al Progetto e

la loro pervicace intelligenza

 

Si ringraziano altresì:

Fonti Numero 17 Giugno 20011

 

ospedaleaperto.com

 

SST

Servizio Sanitario della Toscana

www.snlg-iss.it

www.regione.toscana.it/sst

PROGETTO CORIST

 

Giornale Italiano di Medicina 

 del Lavoro ed Ergonomia 

PI-ME, Pavia ISSN 1592-7830

http://gimle.fsm.it

 

SIAARTI

http://www.siaarti.it/

 

Minerva Anestesiologica

 

Acta Anesthesiologica Italica

 

SARNePI

http://www.sarnepi.it/

 

Intensive care 

Edizione Italiana

 

Biomed Central Open Acces

http://www.biomedcentral.com/

 

Lancet

www.thelancet.com

 

Anaesthesia

http://www.aagbi.org/publications

 

The New York Times

www.nytimes.com/

 

Istituto Mario Negri

http://www.marionegri.it/

 

J. Neurological Science 

Versione Italiana

 

Quaderni ASRI

S.S.Emilia.Romagna

AUSL Rimini

 

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Dal Caso Clinico 

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Anno VII numero 1 Febbraio 2007

 

 

 

Aggiornato al: 3 Giugno 2011



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