Recensione a cura di Ugo Sottile*

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Nonostante lo scarso interesse attualmente dedicato al suo tipo di musica,Tony Wakeford già membro dei “Death in June”, continua a riproporre quelli che possiamo definire i suoi standards; di certo non so quanti possano essere oggi gli estimatori di questo neofolk gotico, ma del resto poco importa, questo “Destriero del Diavolo” galoppa attraverso immaginarie lande desolate, maestoso nel suo incedere circondato da un aura di affascinante tristezza, incurante del trascorrere del tempo.

L’album vede una line up che include al basso Karl Blake ex “Shock Headed Peters” già presente in “Trees in Winter “del 1990, Eric Roger fiati e voce, Gary Parsons percussioni chitarra e voce, Maria Vellenz e Renee Rosen al violino e lo stesso Wakeford  alle tastiere voce e chitarre; lo stile è inconfondibile, l’eterno menestrello continua a declamare i suoi versi, ed i raggi del suo invincibile sole  riescono a squarciare il buio ma solo per  creare un vago chiarore.

Il suono è sempre oscuro ed elegante, alla nenia iniziale di “We are the Dead Men” segue “London Weeps”   dove l’umidità della nebbia londinese sembra bagnare la tua pelle, “The North Ship” è una cantilena monotonale, “A Steed for the Devil” dove il delicato arpeggio della chitarra viene costantemente disturbato da distorti suoni industrial, “There Did Three  Knights Come From The West” un tradizionale immerso nella musica dark come il successivo “Twa Corbies” già interpretato in altra chiave anche dagli Steeleye Span in “Hark The Village Wait” del 1970; in “Semaphore Season” la tromba di Eric Rogers scandisce i tempi della ballata, “Oh Death Come And Close my Eyes”, titolo tratto dal poema inglese “The Silver Swan”,  è uno strumentale lacerante; quindi il sacerdote pagano intona “The Devil Steed” iterativa e solenne, “The Edge Beckons” è leggermente più acustica, segue “Where Stone Lions Prowl” dove le tastiere riescono a creare un  atmosfera quasi bucolica; ”Come Winter Rain” greve intermezzo con accordi bassi di piano prelude a “A Window To The Sun” forse il momento più leggero dell’intero album dove Tony Wakeford abbandona per un' istante il tono del recitativo; ”The Silver Swan” è il terzo brano tradizionale dove le note elettroniche ed i violini distorti in sottofondo sembrano mimare il canto del cigno morente.

Una sequenza di quattordici brani incluse le tre rivisitazioni di pezzi tradizionali,  dove visioni apocalittiche, pessimismo tardo esistenziale e musica medievale si innestano sulla musica rock: 

Il risultato è decisamente affascinante.

Ugo Sottile

Tracklist:

1 We Are The Dead Men (2:08)

2 Old London Weeps (4:43)

3 The North Ship (5:08)

Lyrics By [Poem By] — Philip Larkin

4 A Steed For The Devil (3:15)

5 There Did Three Knights Come From The West (5:41)

6 Twa Corbies (2:42)

7 Semaphore Seasons (5:31)

8 O Death Come Close My Eyes (3:18)

Lyrics By — Rosen , Wakeford

9 The Devil's Steed (4:24)

10 The Edge Beckons (3:34)

11 Where Stone Lions Prowl (8:11)

12 Come Winter Rain (2:15)

13 A Window To The Sun (2:39)

14 The Silver Swan (6:24)

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