Nell’agosto 2008 un gruppo di amici, medici di terapia intensiva, diede vita ad un sito online dal titolo più suggestivo che tecnico-professionale: nottidiguardia.it. Uno spazio virtuale dove storie e immagini intendono raccontare una realtà, quella ospedaliera, riservata e sconosciuta ai più: una realtà forse meno spettacolare di quanto venga immaginata, ma tuttavia in grado di suggerire sentimenti e propositi. Ai primi storici autori (il guardiano, Herbert Asch, Giro Batol, Woland), se ne sono via via aggiunti altri (operatori sanitari dalle esperienze più disparate), arricchendo i temi delle narrazioni e favorendo la condivisione di conoscenze molto diverse.
Anche i lettori sono cresciuti: da poche decine all’inizio, sono ormai oltre duemila che
giornalmente leggono, commentano e sostengono il blog con la loro presenza in rete.
Dall’esperienza – filtrando e organizzando il variegato materiale – si è realizzata l’idea di una raccolta di foto e di brevi testi che, al di là della cronaca, di episodi e protagonismi, riuscisse a lasciare nel lettore un’emozione giudiziosa e pudica, ma capace di memorie e di intenti: “Un’impressione – come scritto in epigrafe – di seconda o terza fila, una di quelle tanto schive da starsene sempre al buio e tanto lievi da rimanere impigliate tra le maglie di un sogno”.
Con coerenza etica ed estetica, gli Autori di sedici, rapidi “pezzi” e di una quarantina di fotografie (alcune di rara suggestione) vivono, e sono capaci di trasmettere un sentimento di finitudine insieme di solidarietà che, oltre a richiamare i poli del loro agire professionale, rimanda ai terminali di una presa di coscienza ardua e dolente: "La mia arma di negoziazione è una medicina imprecisa, fallace, impotente... E ciò che mi fa ancora più rabbia è che sarà sufficiente che il prossimo malato abbia la meglio in questa iniqua contrattazione ed io mi sentirò vincente... Ma fino ad allora la felicità verrà spesso sacrificata alla salvezza" (pagine 13 e 14). "E le rassegne stampa che parlano di fegato, reni e cornee, dimenticano che il cuore, quello, l’abbiamo messo noi" e che «tutto il dovuto è stato dato. Tutto si è compiuto” (pagine 31 e 33).
In virtù di tale impegno – rianimare non corpi, ma persone – la sofferenza, la malattia, la morte divengono presenze quotidianamente partecipate: non più soltanto luoghi, ma piuttosto parole, del silenzio; non destini di una culpa per esse, ma
interpellanze radicali per una ermeneutica delle esistenze di confine. “È morto?, chiede l’ormai non più assonnata voce – Sì, risponde il medico – Ma come si chiamava? – Non aveva un nome... lui era Antonio, o Franco, o Giovanni, o semplicemente Ombra... lui era tutti noi...” (pagina 75).
Sono, queste, alcune delle "impressioni" sulle quali ci suggeriscono di riflettere queste pagine, metamorfosi dell’evento biologico in esperienza biografica. Così, a volte, la letteratura (anche un piccolo libro) può aiutare la medicina fino all’ultimo dei suoi passi (secondo l’intuizione di Erich Fromm: "l’idea di dover morire senza aver vissuto è insopportabile"); fino – cioè – a recuperare al malato che muore una dimensione condivisa. Perché – mirabile sintesi oraziana – omnes una manet nox: una stessa notte, uguale per tutti, attende ciascuno di noi.
E ciò al fine di andar oltre una cultura, pervenuta man mano, anche in medicina, all’interdizione della morte. A favore, invece, di una medicina che cura, anche se non può guarire.
27 gennaio 2010
Recensione pubblicata su Recenti Progressi in Medicina, dicembre 2009.
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TECHNE': TOP DOWNLOAD
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Intensive Care Med (2006) 3:161-163
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Documento di Consenso Regionale
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Un Nostro Grazie a Lucia Fontanella
e Alessandro Vitale-Brovarone
per “Outcome” l’articolo che ci
hanno inviato e che con piacere
abbiamo pubblicato in Focus
Ancora Grazie ad Antonella Barbierato
per il racconto “Tutto In Una Stanza”
da ospedaleaperto.com
Grazie ad Emilia Maggiordomo e
Laura Costa per la Recensione
sulla poetica di Joe Bousquet
in Out of Border
Grazie ai Colleghi della IIa Anestesia
e Rianimazione
AORNAS Ospedale Civico
Palermo che ci collaborano
Grazie al Dr. Giorgio Fabbri,
Direttore della Neurorianimazione
AORNAS Ospedale Civico Palermo
Unica Rianimazione Siciliana
da anni Aperta ai Familiari h 24,
che mi ha permesso di citarlo nel
mio Editoriale sulle T.I. Aperte
in Focus
Grazie al dr. Ugo Sottile che ci ha in
questi anni collaborato per
le Recensioni Musicali
Un Particolare Ringraziamento
a tutti gli amici, professionisti ed
Editori che in questi 5 anni ci hanno
collaborato e sostenuto
Infine un GRAZIE di Cuore
a Tutti i Curatori Editoriali della
Rivista Timeoutintensiva
per l’Affezione al Progetto e
la loro pervicace intelligenza
Si ringraziano altresì:
Fonti Numero 17 Giugno 20011
ospedaleaperto.com
SST
Servizio Sanitario della Toscana
www.snlg-iss.it
www.regione.toscana.it/sst
PROGETTO CORIST
Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia
PI-ME, Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
SIAARTI
http://www.siaarti.it/
Minerva Anestesiologica
Acta Anesthesiologica Italica
SARNePI
http://www.sarnepi.it/
Intensive care
Edizione Italiana
Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
Lancet
www.thelancet.com
Anaesthesia
http://www.aagbi.org/publications
The New York Times
www.nytimes.com/
Istituto Mario Negri
http://www.marionegri.it/
J. Neurological Science
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Anno VII numero 1 Febbraio 2007
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