Recensione a cura di Ugo Sottile

"Nuovo contributo della città di Manchester alla british music, I Am Kloot, con in testa John Bramwell ed il suo caratteristico timbro nasale, dopo l’esordio incerto di “Natural History” datato 2001, dove forse erano troppo influenzati da Damon Alban e compagni, -anche se “Twist”, ”Stop” e la semiacida ”Loch” rimangono delle buone prove-, nel 2003 segue il  self-titled “I Am Kloot” più sicuro, direzionato e più personale con la splendida “Your Favourite Sky”, l’interessante “Untitled N°1”, la quasi disarmante “Proof” e la dolce ballad sinfonica finale ”Same Deep Water As Me” lucido esempio di chamber pop; il successivo “Gods and Monsters” del 2005  mostra una band sempre più padrona dei propri mezzi con un strumentazione più complessa ed articolata e che contiene l’interessante “An Ordinary Girl”, “Astray” in bilico fra road trippin dei R.H.C.P. e Dylan, la malinconica ”Avenue of Hope”; in fondo un album alla ricerca di  soluzioni innovative per il gruppo anche se, pur non centrando perfettamente l’obiettivo, rappresenta un momento di crescita ulteriore; il 2007 è l’anno di ”I Am Kloot Play Moolah Rouge”: il suono si fa ancora più pieno, viene fuori anche l’anima  rock sempre mitigata dalle accattivanti soluzioni melodiche di John  Bramwell, ottimo il  romantico rock blues di “Chaperoned”, ammiccante la westerniana “Hey Little Bird”, gradevole la soul ballad “Down At The Front”, forse un po’ troppo sdolcinata dall’uso della dobro ”Only Role In Town”; un buon album in fondo. E così siamo arrivati, dopo una raccolta di rarità e b sides (2 cd) con arrangiamenti poco curati dal titolo appunto ”B”, dal suono prettamente acustico e più ruvido niente male, al 2010 con “Sky At Night” dove dimostrano di avere dato definitivamente una impronta personale al loro sound; il loro suono è riconoscibile sempre in delicato equilibrio fra le popsong  di alto target e le trovate armoniose della voce di John Barmwell. La musica scivola dolce non lasciando spazio a paragoni superflui, -una band in cui ho creduto sin dall’inizio-; dispiace che non abbia un meritato riscontro e rimanga ai margini di un successo più ampio. Bella la iniziale ”Northern Sky”, ”To The Brink” è una classica melodia cara al leader del gruppo, entrambe potenziate da sapienti arrangiamenti orchestrali, ”Fingerprints” è una delicata  western ballad, “Lately” spudoratamente soul, ”I Still Do” e “The Moon Is a Blind Eye” delicate e suadenti, ”Proof “ rivisitazione del pezzo già edito nel secondo album, sempre bella; “Just The Night” armonicamente perfetta, ”Radiation” lungo pezzo di oltre sei minuti che rappresenta il punto più elevato dell’album con il suo lento intro che procede inarrestabile accompagnato da un delicato xilofono che precede l’ ingresso epico dei fiati, e  il tutto poi si fonde integralmente in una dimensione completata da archi chitarre e mellotron; ”Same Shoes” ripropone un finale acustico chitarra e voce; quindi la chitarra viene sostituita da un mellifluo sax tenore, che lascia il campo ad un pianoforte a sua volta sostituito dal suono di una tromba… l’album è finito ma se volete lo potete riascoltare da capo."

Ugo Sottile

Tracce Musicali:

1.  Northern Skies

2. To the Brink

3. Fingerprints

4. Lately

5. I Still Do

6. The Moon Is A Blind Eye

7. Proof  http://www.youtube.com/watch?v=Ap88Nvq44uQ

8. It’s Just the Night

9. Radiation

10. Same Shoes




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Aggiornato al: 11 Aprile 2011